Il foro è un complesso unitario costruito agli inizi del I secolo d.C. su un rialzamento artificiale di terreno misto a ghiaia fluviale.

È costituito da una grande piazza centrale, contornata su tre lati da un portico colonnato e sul quarto da una strada anch’essa porticata dalla quale si apriva un ingresso monumentalizzato. Lungo i portici si affacciava una serie di vani rettangolari analoghi per le dimensioni e la planimetria rettangolare.

L’elevato è stato sistematicamente spogliato dei suoi materiali edilizi per cui si conservano soltanto le fondazioni dei muri.

Nei settori più vicini alla strada, al di sotto dei livelli del foro, sono stati messi in luce resti di edifici a carattere sacro e/o onorario di II-I secolo a.C.. Solo questi si conservano anche in elevato perché essendo precedenti all’innalzamento artificiale della piazza si impostavano ad una quota inferiore.

Il foro di Suasa presenta un prevalente carattere commerciale: i vani dietro i portici sono interpretabili come botteghe artigianali o commerciali (tabernae). All’interno di alcuni di essi sono stati rinvenuti proprio i resti di tali attività.

Mancano invece le tracce sicure degli edifici destinati allo svolgimento delle funzioni religiose e civili, ovvero il tempio cittadino e la basilica (edificio polivalente) che di norma erano presenti nelle piazze romane.

 Il foro è rimasto in vita per molti secoli, probabilmente fino all’abbandono della città nel VI secolo.